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mappe e territori

dalla teoria alla pratica e ritorno

Chi sale a bordo non ha mai visto una carta nautica della zona, non ce n'è motivo. Ma poi guarda, scorre l'orizzonte come in una panoramica e vengono a galla le prime domande: cos'è quella? Indicando una linea di costa. Allora viene bene descrivere sommariamente l'intorno, meglio se riferito ai punti cardinali; naturalmente senza scendere nei dettagli, ecco a NW Spargi, a N Budelli e la spiaggia rosa, poco a E Santa Marina e le piscine naturali.

Qualcuno osserva, si gira attorno l'orizzonte e chiede "quella è la terraferma?" No, quella è la Sardegna con il faro di punta Sardegna. Ma la domanda non è tanto peregrina come potrebbe sembrare; che uno scoglio, più o meno grande, sia tale è facile dichiararlo, basta che sia disabitato e che le onde riescano a sferzarlo sotto l'impeto del maestrale, di un Garbino o di qualsiasi altro alito di vento.

Un'isola è certamente più grande di uno scoglio ma le onde, per quanto violente, non possono coprirla inaridendo col sale la scarsa terra. Comunque un'isola è inequivocabilmente tale appena si rivela la presenza umana: basta un faro. Se poi c'è un porticciolo, indispensabile per l'uomo, allora è certamente isola. Paradossando, anche un continente è un'isola ma non viene quasi mai classificato come tale, diviene de facto terraferma. Tra l'altro potremmo aprire un lungo paragrafo sulla lunghezza delle coste, convenzionale o reale fino ad arrivare all'analisi con i frattali, ma di questo semmai ne riparleremo.

E quindi le dimensioni non contano? Per certi versi è così: ciò che conta è la presenza umana e la quantità di culture presenti. Faccio un esempio: Spargiotto è uno scoglio, calvo, plasmato dalle raffiche e buono per i gabbiani; la Maddalena è certamente un'isola, unico centro abitato, struttura culturale compatta, accentuata endogamia. La Sardegna è già più complessa: una radice culturale poco contaminata all'interno, più modellata dalle influenze sulla costa. Greci, etruschi, fenici, bizantini e ancora arabi, apagnoli, francesi. Comunque, a prescindere da interno e costa, una limitata multiculturalità con una curiosa differenza linguistica che porta un campidanese e un gallurese a capirsi a fatica, senza tirare in ballo il carattere singolare dei sardi.

Un aneddoto curioso: un emissario spagnolo ad Alghero, appena dopo la morte di Eleonora d'Arborea (ne parlerò più avanti), mandò un dispaccio alla corte di Madrid descrivendo i sardi come "pocos, locos, malos unidos e todos caballeros" che rispecchia sinteticamente una realtà tutt'ora chiara.

mappe_territorio.cont 2.5 Kb rev. 2024.12.19 18:02:31